SCENOGRAFIE Teatrali, Cinematografiche, Televisive...
SCENOGRAFIA TEATRALE
Un tipo di scenografia particolarmente importante per la storia dello spettacolo è quello illusionistico, che vuole dare allo spettatore l'illusione di trovarsi seduto di fronte a un'altra realtà, esterna al teatro, ricomposta attraverso scene dipinte, costruite o ricostruite tramite mobili e oggetti: una piazza, un palazzo, un bosco. Un'altra tipologia scenografica, quella non illusionistica, non trasforma lo spazio scenico in qualcos'altro, ma lo elabora architettonicamente per renderlo espressivo, adatto all'azione degli attori. Tipica del teatro novecentesco, questa s. suggerì sensazioni spaziali mediante moduli architettonici privi di connotazioni realistiche, dove si componevano e si contrapponevano linee e volumi orizzontali o verticali, luci e ombre, pieni e vuoti. Accanto alla scena non illusionistica di tipo architettonico, troviamo anche una s. pittorica, realizzata da grandi pittori-scenografi, soprattutto nella Russia postrivoluzionaria, o fra cubisti, simbolisti o surrealisti creatori di quadri-fondali non realistici, che volevano stimolare emotivamente l'osservatore. La s., in alcuni casi, si spinse fino allo spazio vuoto: fu costituita principalmente dai costumi degli attori, non solo appariscenti, fastosi, spesso corredati da maschere - tali da costituire anch'essi una vera e propria s. in movimento - ma talora anche sovradimensionati rispetto al corpo dell'attore che li indossava, quindi tali da trasformare soprattutto le proporzioni e da mutare lo spazio attorno a sé.
SCENOGRAFIA TELEVISIVA
Se per scenografia in teatro, si intende lo sfondo (in genere, artificiale, appositamente progettato) davanti al quale si svolge l'azione drammatica, nel cinema il concetto di s. è più complesso, non tanto perché rispetto a uno sfondo naturale il termine appaia meno congruo, quanto per il fatto che a ogni inquadratura corrisponde praticamente una s. diversa. Così la s. è una soltanto sul set, mentre nel film si hanno molte s., non solo in rapporto al taglio dell'inquadratura, ma anche ai cambi d'illuminazione, alle variazioni della profondità di campo, ai tipi di obiettivo, nonché ad altri elementi. L'unità della s. cinematografica si trasmette tale e quale dal set al film soltanto nei casi in cui si privilegia il ricorso all'inquadratura fissa (nelle pratiche del cinema cd. primitivo, o teatrale, oppure nel cinema d'autore più rigoroso). In tutti gli altri casi è il montaggio, essenza stessa del cinema, a moltiplicare nel film gli aspetti della s., le sue rifrazioni e metamorfosi apparenti. Gli spazi tradizionalmente riservati allo scenografo si vanno tuttavia restringendo nell'era dell'immagine elettronica e soprattutto dell'animazione virtuale, che ormai sostituisce più economicamente le ambientazioni ricostruite.
SCENOGRAFIA TELEVISIVA
La scenografia televisiva presenta
da sempre caratteristiche di innovazione
e sperimentazione dove spesso non segue ricostruzioni
precise di ambienti specifici ed evita schemi fissi di rappresentazione.
Insieme con il design e con la moda offre
spunti interessanti all’architettura
degli interni/esterni ed agli allestimenti in genere.
Libera da vincoli formali, presenta
spazi articolati attraverso l’uso di materiali,
colori e luci e, attraverso continue
sperimentazioni, suggerisce tecniche
adattabili, ad esempio, ad interni di tipo
espositivo o commerciale. |